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  La 
              mostra monografica si intitola «Raffaello. Da Firenze a Roma» 
              del grande pittore di Urbino,Dal 19 maggio al 27 agosto (tutti i 
              giorni, escluso lunedì, dalle ore 9 alle 19) la Galleria 
              Borghese esporrà oltre cinquanta opere del grande artista 
              realizzate tra 1505 e 1508.  
            «Raffaello. 
              Da Firenze a Roma» inaugura il ciclo delle 10 mostre monografiche 
              ideato da Claudio Strinati, soprintendente al Polo museale romano, 
              organizzato da Mondomostre e curato da Anna Coliva, direttrice della 
              Galleria Borghese. «La mostra nasce per due motivi fondamentali 
              - ha spiegato Claudio Strinati , presentando oggi l'esposizione 
              presso la Galleria Borghese - da una parte, essendo stata la Galleria 
              Borghese sede di numerose opere di Raffaello ormai disperse in vari 
              musei, c'è stata la volontà di riunire, almeno temporaneamente, 
              quelle opere, anche se alcune sono ormai inamovibili o conservate 
              in musei che non prestano per statuto. Dall'altra, c'è la 
              presenza della 'Deposizione' alla galleria, opera fondamentale ed 
              eccellente di Raffaello».  
            Le opere 
              di Raffaello e degli artisti coevi, esposti per permettere un interessante 
              confronto comprendono i ritratti (tra cui la «Fornarina» 
              e il «Ritratto di dama con liocorno»), quella incentrata 
              sull'unico quadro profano di Raffaello (il «Sogno del cavaliere») 
              e quella sul tema della Madonna con bambino che il pittore declinò 
              in tutti i modi possibili (tra cui la «Madonna Aldobrandini», 
              la «Madonna Piccolini» e la «Madonna dei candelabri»). 
               
            La mostra 
              si conclude con una sala interamente riservata alla «Deposizione», 
              per la prima volta ricomposta in tutte le sue parti (cimasa, predella 
              e fregio) ed esposta con la serie completa di studi e disegni preparatori 
              a documentare ogni passaggio relativo alla realizzazione del capolavoro. 
               
            Raffaello 
              Sanzio , uno dei più grandi pittori dell’epoca. Morì 
              a soli trentasette anni durante il Venerdì santo del 1520. 
              La citta' di Roma volle seppellirlo al Pantheon. Raffaello fu considerato 
              dai suoi conterranei un mito vivente, figura esemplare di quell’ideale 
              rinascimentale di ascendenza classica per cui alla bellezza fisica 
              corrisponde la virtù interiore. Racconta il Vasari che il 
              papa era in procinto di nominarlo cardinale.  
            Nei primissimi 
              anni della sua carriera l'artista subi' l'influenza del padre Giovanni, 
              ottimo pittore di Urbino, del Perugino e del Pinturicchio. Perugino 
              era il caposcuola di una fiorente bottega a Perugia, in cui il giovane 
              Raffaello lavorò sicuramente negli ultimi anni del Quattrocento. 
              Pinturicchio anch’egli collaboratore del Perugino, era già 
              un pittore molto affermato, anche se aveva rielaborato lo stile 
              del Perugino. In mostra figurano anche alcune opere dei due pittori: 
              del Perugino, tra le altre, il ritratto di Francesco delle Opere 
              degli Uffizi e l’Apollo e Dafni del Louvre, mentre del Pinturicchio 
              la Madonna del Fitzwilliam Museum di Cambridge. 
             19 maggio 
              2006   
             
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