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     Uno 
    sguardo assassino ha anche qualcosa di amoroso?  
     
    Due donne, un agosto piovoso, una conversazione. 
    Questo lo scenario contro cui le tragedie del reale si trasfigurano nel 
    dialogo tra l'affettuoso inquisire di Dacia Maraini e l'inquieto rievocare 
    di Piera Degli Espositi "pieno di aria e di vento" dotato di una comicità 
    che "è insieme crudele e segreta e surreale". 
    Piera e gli assassini è uno strordinario scrigno di storie: intricate, 
    tristi, amorose, drammatiche. Le vicende di famiglia, gli aneddoti su 
    registi, attori e compagni di lavoro e in controluce la storia di 
    un'amicizia lunga una vita, quella tra le due autrici. Ma è anche il 
    racconto del modo in cui la fantasia di Piera, "allenata come un'atleta 
    perchè diventasse un antidoto contro le paure", riesce a trionfare su tutti 
    gli assassini. Le ombre nascoste nella mente prima che tra le pareti di 
    casa. I delitti cercati tra le pagine dei libri e nelle cronache dei 
    giornali per esorcizzare la presenza di quella grande assassina che è la 
    morte. Anche la vittima, dice Piera, torna sul posto del delitto, per 
    "ricercare quei luoghi, quegli odori, quei sapori che hanno segnato il suo 
    passato". E questo dialogo è proprio una ricerca, un ritorno (dopo il 
    fortunato Storia di Piera), un appassionato conversare sul senso delle 
    esperienze e delle relazioni, sul passare del tempo, sul lieve e tragico 
    farsi teatro della parola.  
     
    NOTE BIOGRAFICHE  
    Dacia Maraini è autrice di dieci romanzi tra 
    cui La vacanza (1962); L'età del malessere (1963); Memorie di una ladra 
    (1973); Donna in guerra (1975); Isolina (1985, Premio Fregene 1985); La 
    lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, Premio Campiello 1990, Libro dell'anno 
    1990), da cui è tratto il film di Roberto Faenza Marianna Ucrì'a, Voci 
    (1994, Premi: Napoli 1995; Sibilla Aleramo 1995); Dolce per sè (1997, Premi: 
    Vitalino Brancati-Zafferana Etnea 1997; Città di Padova 1997); di poesie: 
    Donne mie (1974); Mangiami pure (1978); Viaggiando con passo di volpe (1991, 
    Premi: Mediterraneo 1992; Città di Penne 1992); Se amando troppo (1998); di 
    testi teatrali fra cui Maria Stuarda (1975); Camille (1995), raccolti per la 
    prima volta nei due volumi Fare teatro (1966-2000) (2000). Nel 1980 ha 
    scritto, in collaborazione con Piera Degli Espositi, Storia di Piera; nel 
    1986 Il bambino Alberto; nel 1987 La bionda, la bruna e l'asino; nel 1993 
    Bagheria (Premi: Rapallo-Carige 1993; Scanno 1993; finalista allo Strega 
    1993; Joppolo 1994) e Cercando Emma; nel 1996 Un clandestino a bordo; nel 
    1998 ha ripubblicato E tu chi eri? (1973); nel 2000 Amata scrittura; nel 
    2001 La nave per Kobe. Ha vinto nel 1999 il Premio Strega e il Premio Città 
    di Bari con la raccolta di racconti Buio. Le sue opere sono tradotte in 
    venti paesi.  
     
    Piera Degli Espositi , attrice, è nata a 
    Bologna, dove ha cominciato a recitare nel 1966. Stabilitasi a Roma, con 
    Antonio Calenda, Gigi Proietti e altri dà vita al "Gruppo dei 101". Entra 
    poi come prima attrice nella compagnia del Teatro Stabile dell'Aquila. 
    Lavora in televisione, in teatro (Madre Coraggio, il teatro di Achille 
    Campanile, Stabat Mater, Coefore), e nel cinema (Trio di Gianfranco Mingozzi, 
    Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani, Scherzo del destino, Il 
    decimo clandestino di Lina Wertmuller, Sogni d'oro di Nanni Moretti, L'ora 
    di religione di Marco Bellocchio). E' stata anche regista di opere liriche.
     
  
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