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    Caro Massimo Moratti, 
     
    l'anno scorso, dopo aver regalato lo scudetto alla Juventus, ogni interista 
    di buon senso - può sembrare incredibile, ma ce ne sono - ha pensato: cosa 
    può esserci di più doloroso? Ora lo sappiamo: consegnare un altro scudetto 
    alla Juve e la Champions League al Milan, dopo essere usciti in semifinale 
    senza perdere. Solo un regista sadico poteva inventare un finale del genere. 
    Eppure, ci è toccato. 
     
    Cosa dice, Presidente: dobbiamo abbatterci? Io dico di no. Ora comincia 
    un'altra stagione: e non può sempre grandinare. Di una cosa, oltretutto, 
    possiamo star sicuri. Non sarà una stagione noiosa, come non lo è stata 
    quella appena conclusa. Questo, infatti, dobbiamo ammetterlo. L'Inter sa 
    essere crudele, ma non fa mai mancare le emozioni (Vieri ce l'abbiamo solo 
    noi; per prevedere Recoba occorre un cartomante; e Cuper, prima d'essere un 
    allenatore, è un enigma avvolto in un mistero). 
     
    Non si preoccupi, caro Moratti: ormai l'abbiamo capito. Scegliere l'Inter è 
    come entrare in un labirinto. Un favoloso dedalo neroazzurro, pieno di 
    sorprese a ogni svolta. Al centro c'è l'obiettivo, il premio, la gioia che 
    attendiamo. Il problema è: come arrivarci? 
     
    Non m'illudo, con Altri interismi, di suggerire una risposta. Il tifoso con 
    le soluzioni in tasca è una delle figure più patetiche del calcio (non 
    l'unica, per la verità). Anzi, le confesso: non pensavo nemmeno di 
    pubblicarlo, questo libro. Pensavo di aprire e chiudere con Interismi, 
    pubblicato nell'estate 2002 per consolarmi e provare a consolare (sedici 
    edizioni, che avrei scambiato volentieri col quattordicesimo scudetto). 
    Quelle cento pagine erano un modo per dimostrare che noi interisti siamo 
    speciali, e riusciamo a sorridere quando altri saprebbero solo deprimersi. 
     
    Sa perché ho deciso di proseguire nel racconto? Perché credo che la stagione 
    appena conclusa vada ricordata: se non altro, per non ripetere gli errori. E 
    penso che alcune cose vadano dette, in vista della stagione che comincia..." 
     
    (dall'introduzione....)  
     
     
    NOTE BIOGRAFICHE -  
    Beppe Severgnini 
    aveva sette anni quando l'Inter conquistò la 
    prima Coppa dei Campioni. 
    Ne aveva 32 quando i neroazzurri vinsero l'ultimo scudetto. 
    Oggi ne ha 46, e aspetta. Come tanti 
     
    Beppe Severgnini è editorialista del "Corriere della Sera", dove tiene la 
    rubrica "Italians", 
    e scrive su "The Economist", per cui è stato corrispondente in Italia dal 
    1996 al 2003. 
     
    I suoi libri, pubblicati da Rizzoli, sono bestseller: "Inglesi" (1990, nuova 
    edizione 2003), "L'Inglese. Lezioni semiserie" (1992, nuove ed. 1997 e 2002 
    ), "Italiani con valigia" (1993, nuova ed. 2001), "Un italiano in America" 
    (1995, nuova ed. 2001), "Italiani si diventa" (1998), "Manuale 
    dell'imperfetto viaggiatore" (2000), "Interismi" e "Manuale dell'uomo 
    domestico" (entrambi 2002). 
    "Inglesi" e "Un italiano in America" sono entrati nella classifica dei libri 
    più venduti in Gran Bretagna (Hodder&Stoughton 1991, traduzione di Paola 
    Pugsley) e negli Stati Uniti (Broadway Books/Doubleday 2002, col titolo 
    "Ciao, America!" ; traduzione di Giles Watson). 
    "Inglesi", tradotto da Kerry Milis Parker, è stato rititolato "An Italian in 
    Britain" (2003).  
     
    Severgnini ha condotto le trasmissioni televisive "Italians, cioè italiani" 
    (Raitre, 1997) e "Luoghi Comuni. Un viaggio in Italia" (Raitre, 2001 e 
    2002). Per Radiodue, nel 2000, ha interpretato se stesso in "Inglese 
    perfetto, naturalmente" e analizzato gli "Oggetti del Duemila". Ha lavorato 
    per la radio britannica (BBC/Radio 4) e come conduttore in programmi 
    televisivi di BBC e ITV/Channel 4.  
     
    E' nato il 26 dicembre 1956 a Crema (Cremona), dove ha studiato fino alla 
    maturità classica. Laureato in diritto internazionale a Pavia, dopo un 
    tirocinio presso le Comunità Europee a Bruxelles, Severgnini è stato 
    corrispondente a Londra per "il Giornale" di Montanelli (1984/1988). Ha poi 
    viaggiato in Europa dell'Est, Russia e Cina (1988/1993) e ha lavorato a 
    Washington per "la Voce" (1994/95). 
    E' consigliere del Touring Club Italiano e socio dell'Aspen Institute. Ha 
    insegnato nell'università di Parma (1998) e all'Istituto Studi Superiori 
    dell'università di Pavia (2002), che quattro anni prima l'aveva scelto come 
    "laureato dell'anno". Nel 2003 terrà un corso all'università Bocconi di 
    Milano. Nel 2001 è stato insignito da Elisabetta II del titolo di Officer 
    (of the Order) of British Empire, O.B.E.   |